Solitamente si considerano ipovedenti coloro i quali hanno un residuo visivo, nell'occhio migliore, ridotto a 3/10 o meno non migliorabile con lenti.
Con una acuità visiva così bassa, solitamente sono impedite le usuali attività, sia nel campo lavorativo, che di studio e di svago. Nei paesi industrializzati, le malattie che possono determinare la condizione di ipovisione sono soprattutto le malattie della retina: la degenerazione maculare legata all'età, la degenerazione maculare miopica, la retinopatia diabetica, le malattie eredo-familiari, il distacco della retina, le retinopatie infiammatorie.
Anche il glaucoma, come altre malattie oculari può condurre ad una situazione di grave handicap visivo. La cataratta è, invece, la prima causa di ipovisione nei paesi in via di sviluppo.In Italia oggi si contano oltre 700.000 ipovedenti, il 40% dei quali è affetto da degenerazione maculare legata all'età.
Secondo alcune proiezioni l'incidenza di questa malattia è destinata a raddoppiare nel prossimo ventennio.
Come già accennato, i problemi degli ipovedenti sono diversi in funzione dell'età: diverse sono le limitazioni e le esigenze che può avere uno studente ipovedente, rispetto a quelle di una persona anziana.
Nel caso dei portatori di grave handicap visivo impegnati nel mondo del lavoro le esigenze sono naturalmente ben diversificate in funzione della specifica attività lavorativa.
Naturalmente anche le aspirazioni ed i desideri individuali condizionano le problematiche connesse allo stato di ipovisione.
Ipovedenti: Come migliorare la qualità della vita con la riabilitazione visiva
Ogni livello di residuo funzionale è sfruttabile dalla riabilitazione visiva, attraverso la quale è pertanto assai spesso possibile migliorare di molto la qualità della vita.
Naturalmente l'handicap cresce con diminuire dell'acuità visiva, tuttavia anche persone che hanno un visus limitato alla sola percezione della luce, quando questa è sfruttabile dal paziente per orientarsi, possono trovare utile la riabilitazione visiva.
I risultati sono spesso molto buoni: ad esempio un paziente con visus così ridotto da poter leggere solo i titoli più grandi del quotidiano, può riprendere a leggere anche gli articoli (vedi figure); lo stesso individuo può vedere la televisione con una buona acuità visiva o può tornare a muoversi con una discreta sicurezza.
Ipovisione non significa cecità
In ogni caso, qualunque ipovedente può e deve essere aiutato a riacquistare gran parte della sua autonomia visiva, indipendentemente dall'età e dalle personali esigenze ed aspirazioni. Infatti l'ipovisione è una condizione ben diversa dalla cecità, poiché consente, attraverso l'ottimizzazione del residuo visivo, di riprendere molte attività, come leggere, scrivere, vedere la televisione, che permettono al paziente di reinserirsi nel mondo dello studio e della scuola, del lavoro e dello svago!
Ciò si realizza attraverso l'uso di particolari sistemi ottici ed elettronici e con l'acquisizione, da parte del paziente, di una discreta padronanza di utilizzo di tali sistemi, spesso attraverso un iter riabilitativo costituito da particolari esercitazioni di difficoltà visiva crescente.
L'individuazione del sussidio idoneo viene effettuata, in centri specificamente attrezzati da oculisti specializzati in questo particolare settore dotati di tutti i più moderni sistemi per ipovisione. Infatti la tecnologia ci fornisce quotidianamente, sistemi sempre più utili per aiutare il portatore di handicap visivo nella riacquisizione della sua autonomia.
Le possibilità offerte oggi dalla riabilitazione visiva sono veramente tali da poter affermare, con fermezza, che l'inabilità determinata dall'ipovisione può essere efficacemente limitata in una grande maggioranza dei casi!